Tra le innumerevoli biografie su Pietro del Morrone, del XIII secolo ad oggi, sono fondamentali la Vita C scritta dai discepoli che vissero accanto al fondatore dell’Ordìne dei Celestini, ovvero Tommaso da Sulmona e Bartolomeo da Trasacco, quindi L’Autobiografia. Opera sicuramente non di mano di Celestino V ma di altro discepolo.
La traduzione e lo studio annesso alla Vita C - libro da noi edito, per la prima volta nel non lontano 2002 e andato esaurito - costituiscono l’unica indiscutibile fonte per chiunque voglia conoscere la vita, l’Ordine e i “miracula” di Papa Celestino V.
La nuova opera, Celestino V’, pontefice massimo.
La Vita, l’Ordine e i miracoli, scritta da Pierre d’Ailly e Denis Léfevre, rispettivamente cardinale celestino di Cambrai e priore del Monastero di Parigi, nel 1539, ha il pregio di recuperare le due fonti precedenti e di tessere una nuova storia sulla base di conoscenze relative al “sanctus pater” perpetuate per via orale, soprattutto in terra di Francia. Pertanto, al lettore non sfuggiranno alcune imprecisioni geografiche sull’Italia, certe valutazioni al limite della superstizione, taluni aspetti mondani di un Ordine allontanatosi, suo malgrado, dalla Rego1a e dalle Costituzioni volute dal fondatore.
Interessanti passaggi investono la filiazione dell’Ordine dei Celestini dai Benedettini, il rapporto di Celestino con i Templari, la questione dantesca, la promulgazione della Bolla del Perdono e Io stretto legame di Papa Celestino V con le città di Sulmona e di L’Aquila.
Nell’excursus storico non mancano riferimenti alla terra natale del Molise, agli eremitaggi sulle montagne d’Abruzzo, a quelle località della Toscana, del Lazio e della Puglia direttamente o indirettamente interessate da alcuni momenti i significativi della vita dell’eremita, del Papa e del Santo.
L’opera, che ha richiesto oltre due anni di lavoro, per la trascrizione da manoscritto, la traduzione dal latino, lo studio con tanto di concordanze con le opere precedenti dell’universo celestiniano, fa parte integrante di un “corpus in fieri” per il quale sono stati dati già alle stampe altri sei libri, tutti contenenti i testi nelle lingue originali.
Da oltre vent’anni, Stefania Di Carlo, conduce ricerche in Francia ed in Italia, proponendo, con la collaborazione di Ilio Di Iorio, fonti cadute nel dimenticatoio e che presentano interessi sia per l’area religiosa che per quella laica profana.
La prefazione del libro è a cura di don Mario Marchioli, sacerdote, religioso e missionario Salesiani Sacro Cuore di Roma.

Nessun commento:
Posta un commento