giovedì 10 settembre 2015

Clemente V e la canonizzazione di Celestino V. Tra Filippo Il Bello e Bonifacio VIII

Prima di diventare Papa, nel luglio del 1304, a seguito dell’improvvisa morte di Benedetto XI, Clemente V si chiamava Bertrand de Got. Era francese, originario della zona di Villandraut ed apparteneva ad una delle famiglie più ricche dell’Aquitania attuale (Sud-Ovest della Francia). È necessario ripercorrere l’azione politica di Clément V al fine di comprendere i rapporti con Bonifacio VIII e Celestino V; rapporti che vengono indagati dalla dottoressa Stefania Di Carlo con dovizia di particolari. In effetti, l’elezione di Clemente V fu fatta dai Cardinali, riuniti in Conclave, che scelsero in una rosa di candidati, creature tutte di Bonifacio VIII. L’elezione, però, avvenne previa consultazione del re di Francia, Filippo IV Il Bello, il quale cercò di indirizzare i consensi verso Bertrand de Got.
Il vero e proprio compromesso tra il futuro Papa ed il re avvenne nei seguenti termini: l’assoluzione del re e dei Colonna scomunicati da Bonifacio VIII, la radiazione dai registri pontifici di bolle contro la Francia e forse la "damnatio memoria" di Bonifacio VIII. Nella realtà l’azione politica di Clemente V fu attenta anche nel valorizzare il suo predecessore, suo amico, poiché compagno di studi a Bologna; di Bonifacio - è bene ricordarlo - divenne cappellano e poi fu, addirittura, nominato vescovo di Comminges. Clemente V si dimostrò, altresì riconoscente verso Celestino V, che, nel 1294, diede la porpora cardinalizia a suo fratello, Berard, arcivescovo di Lione. In 80 pagine, la dottoressa Stefania Di Carlo ricostruisce gli eventi: in cambio dello scioglimento dell’Ordine dei Templari, Clemente V può evitare il processo alla memoria di Bonifacio e mitiga l’ira di Filippo IV Il Bello mediante il processo di canonizzazione di Papa Celestino V. Il diploma di canonizzazione, costituito da protocollo” (“intitulatio”, “inscriptio” e “salutatio”) “escatollo”, “datatio” e “arenga”, tradotto dal latino e commentato dalla ricercatrice individua, attraverso i “miracula ante, in, post mortem” le ragioni di Celestino V S. Pietro da Morrone “confessore”. La prefazione del libro è a cura di M. le professeur Lucienne Deschamps, ordinario di latino dell’Università di Bordeaux (Francia).

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