Dopo L’Autobiografia e la Vita C, l’Opus metricum consente al lettore e allo storico di approfondire la conoscenza di Pietro del Morrone, salito al soglio pontificio con il nome di Celestino.
In 2879 esametri latini, con una lingua spesso astrusa, il cardinale Jacopo Gaietani Stefaneschi, che fu testimone oculare di tanti eventi legati addirittura a tre papi (Celestino V, Bonifacio VIII, Clemente V) ripercorre la vicenda storica e spirituale di un eremita che ha segnato l’immaginario collettivo assumendo il ruolo di” papa angelico”, e, se ciò non bastasse, per la sua rinuncia”, che il sommo poeta considerava invece “viltade”.
Di nobile famiglia romana, grande giurista e appassionato di cerimonie, Jacopo Stefaneschi ha cantato il concorso di genti, lo spirito profetico e le virtù taumaturgiche di Pietro da Morrone, la gratitudine per Bonifacio VIII che lo fece cardinale, la magnificenza cerimoniale vaticana, i suoi rapporti di parentela con la famiglia degli Orsini.
L’Opus metricum è tradotto a fronte e risulta nel testo originale rivisto alla luce dei codici scoperti negli ultimi anni.
L’opera esce a Sulmona nell’Anno Giubilare Celestiniano, concesso dalla Penitenziaria Apostolica e richiesto da tutti i vescovi e arcivescovi di Abruzzo e Molise (Mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano-Ortona, Mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, Mons. Giusppe Molinari, arcivescovo di L’Aquila, Mons. Giovanni D’Ercole, vescovo coadiuatore di L’Aquila, Mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano, Mons. Michele Seccia, vescovo di Teramo-Atri, Mons. Pietro Santoro, vescovo di Avezzano, Mons. Salvatore Visco, vescovo di Isernia Venafro, Mons. Domenico Angelo Scotti, vescovo di Trivento, Mons. Gianfranco De Luca, vescovo di Termoli-Larino, Mons. Angelo Spina, vescovo di Sulmona-Valva).
La dedica è a Papa Benedetto XVI perché ha confortato in primis L’Aquila che il cardinale Stefaneschi definisce “la speranza del futuro” e poi Sulmona che da anni valorizza Pietro da Morrone, restaurando i luoghi della sua congregazione, rievocando episodi della sua vita con manifestazioni storico-teatrali, supportando l’edizione di opere sul santo e la realizzazione di mostre.
L’Opus metricum si inserisce nel corpus celestiano che Stefania Di Carlo e Ilio Di Iorio stanno costituendo e si attesta al n. 10.
La prefazione del libro è a cura di S. E. Mons. Angelo Spina, vescovo di Sulmona-Valva.

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